
Fonte: Avvenire
È stata Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari – la prima a raccogliere il testimone di Chiara –, a comunicare la notizia «augurando a quanti vivono la sua spiritualità di essere "viva testimonianza" di quella santità collettiva proposta e vissuta da Chiara Lubich». «Noi– scrisse la fondatrice – troviamo la santità in Gesù, che fiorisce in noi perché amiamo... Se cercassimo la santità per se stessa non la raggiungeremmo mai. Amare, dunque, e null’altro. Perdere tutto, anche l’attaccamento alla santità, per tendere solo ad amare. (...) Possiamo farci santi se a base della nostra santità ("ante omnia", anche prima della santità) poniamo la mutua carità: Gesù fra noi come premessa o principio, come mezzo per santificarci e come fine».
La sua testimonianza continua ad attrarre persone di tutte le provenienze geografiche e sociali: «Nei 6 anni trascorsi dalla sua morte – informa il Movimento dei Focolari – sui luoghi dove ha vissuto e dove ora riposa» sono giunti «oltre 120.000» visitatori di «diversi continenti e differenti tradizioni religiose, cardinali e vescovi, accademici, politici, famiglie e giovani, membri di associazioni e movimenti, persone di culture non religiose, bambini alla vigilia della prima Comunione ed adulti in cerca di speranza».
L’avvio della causa giunge poco più di un anno dopo la presentazione della richiesta formale al vescovo di Frascati in una data significativa come il 7 dicembre 2013, settantesimo della fondazione dei Focolari. «Nei mesi successivi il vescovo Martinelli ha provveduto all’adempimento degli atti canonici previsti. Da questo momento in poi– conclude il Movimento – Chiara Lubich potrà essere chiamata serva di Dio».
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