mercoledì 29 aprile 2015

Aggiornamento dalla SMU 2015 in India - 28 aprile

Continuano i nostri aggiornamenti dall’India. Oggi è il giorno del “Flavour”. Si comincia condividendo i piatti della tradizione indiana: e, a partire da questo, si continua condividendo le proprie esperienze, valorizzando le proprie differenze culturali per farle diventare un trampolino personale e accrescere il rapporto e la conoscenza reciproca.


Ormai sembra che ci si conosca da tempo. Eppure, sono trascorse appena 24 ore dal momento in cui i 120 giovani si sono incontrati per la prima volta. La condivisione è intensa. Marilù, ad esempio, ci racconta che, dopo essere nata e cresciuta in Italia, è in India da circa 30 anni. Quando parla della sua esperienza, gli occhi le si illuminano in una maniera particolare. È coinvolgente il suo racconto: ci fa rivivere l’idea, realizzata ormai da qualche anno, di un torneo di basket ispirato ai valori di Sport4Peace (iniziativa nata all’interno di Sport Meet). Una delle regole, ad esempio, è che le squadre siano formate in maniera mista da ragazzi e ragazze. Tutto ciò per far accrescere la consapevolezza e l’importanza del rispetto dell’altro.


Si continua in sala con l’esperienza di Mariana, argentina, da un anno a Rocca di Papa per aiutare il Centro Internazionale dei Gen 2 e la Segreteria Internazionale dei Giovani per un Mondo Unito. Ci racconta che «non è sempre facile capire l’altro. Un giorno, ad esempio, stavamo lavorando per preparare alcune cose. C’era poco tempo e, dopo aver discusso, abbiamo iniziato essi a lavorare convinti di essere tutti d’accordo. Dopo qualche istante, mi accorgo che qualcuno non sembrava particolarmente contento. Le priorità, allora, sono cambiate: più importante di tutto era ricostruire il dialogo fra noi. Ci siamo fermati, abbiamo dedicato il tempo necessario ad ascoltarci reciprocamente e, alla fine, abbiamo ricominciato a lavorare. Questa volta, tutti insieme e tutti più felici».


Roopa , Shruti e Vignesh sono tre volontari dello Shanti Ashram, movimento induista che, sin dal 1986, fa propri i principi gandhiani. La prima iniziativa era l’Operazione 100% con l’obiettivo di assicurare, ai giovani del Perur (un distretto della città di Coimbatore) una adeguata alfabetizzazione. Grazie a questo programma così innovativo, Perur è vicina all’80% di scolarizzazione. «Attualmente – ci dicono – sono in corso più di 30 progetti».


Sul palco salgono Archana, Anne Mary e Amala, tutte di Kerala (India), e ci aprono le porte al progetto “For You”, creato grazie alla voglia di seguire l’esempio di Chiara Luce Badano. Proprio grazie a questo desiderio, sono riuscite a creare delle iniziative che hanno consentito di offrire, a 2 ragazze affette da sclerosi multipla, cure specifiche e innovative.

È il turno della Rissho Kesei-Kai: Saki Shintenji, giapponese, ci racconta di come sia nato e cresciuto il rapporto con il Movimento dei Focolari, fondato sul dialogo e sul rispetto reciproco. Organizzazione buddista mondiale fondata in Giappone nel 1938 da Nikkyo Niwano e Myoko Naganuma, la Rissho Kosei-Kai ha come scopo principale quello di promuovere e applicare gli insegnamenti buddisti per sviluppare un mondo migliore.

Nel pomeriggio, grazie alla presenza di Lawrence Chong di Singapore, un momento di approfondimento e di condivisione sul tema del dialogo.



A fine giornata, poi, ciascuno dei giovani viene accolto a casa di una famiglia indiana. Swati, Vivek e Sunita, ad esempio, sono tutti induisti e vivono in una baracca di pochi metri quadrati in cui ci accolgono orgogliosi. L’ospitalità e l’entusiasmo è incredibile. Ci sentiamo subito accolti. Ci raccontano le loro vite, non sempre facili. Ma anche stasera, il dialogo è al centro di tutto. Prima di iniziare a cenare insieme, ci chiedono di pregare come se fossimo a casa nostra. Durante il ringraziamento, anche loro pregano – in silenzio – con noi. Nessuno di loro parla bene l’inglese. Ma stasera abbiamo capito che per dialogare, non occorrono capacità particolari, ma basta parlare la lingua dell’Amore.

Francesco Ricciardi

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