fonte: Città Nuova
Dopo aver guidato il Paese dal 1983 al 1985, Muhammadu Buhari ha vinto le elezioni superando largamente il presidente uscente, Goodluck
Jonathan. Come hanno vissuto questi giorni di competizione elettorale
ma anche di coprifuoco i nigeriani? Quali difficoltà ci sono state? Una
testimonianza da Onitsha, nel sud del Paese
Alla vigilia delle elezioni in Nigeria, i due candidati, Muhammadu Buhari, poi vincitore della competizione elettorale, e Goodluck Jonathan, il presidente uscente, hanno fatto un patto, abbracciandosi, per far sì che le votazioni si svolgessero pacificamente.
Il ragazzo che lavora da noi come portiere è partito per la sua città,
nel Nord del Paese. Gli appartenenti alla sua tribù si riconoscono
subito, perché hanno due tagli sulla faccia. Questi tagli hanno diverse
forme, a secondo dell'appartenenza, e servono a riconoscere soprattutto i
bambini, in modo che non possano essere rapiti. Molte persone sono
andate via dal luogo in cui vivono per recarsi nelle città di residenza
per votare, portandosi cibo e taniche di carburante, perché il giorno
del voto è proibito viaggiare. Non si sa mai cosa può succedere, una
volta che si conoscono i risultati.
Le elezioni sono durate due giorni perché in alcuni Stati le schede
elettorali sono arrivate in ritardo. Qui non tutti hanno un documento di
riconoscimento, e allora per queste elezioni è stata introdotta una
carta d'identità, senza la quale non si poteva votare. Purtroppo, però, i
lettori di questa carta non hanno sempre funzionato e in varie località
si è dovuto procedere manualmente. Non sono mancate le difficoltà: in
qualche seggio sono state rubate le schede, per cui le votazioni sono
cominciate in ritardo, ed è stata fatta scoppiare anche una bomba, a
scopo intimidatorio, che per fortuna non ha provocato né morti né
feriti. L’Inac, comunque, la commissione elettorale della Nigeria che
vigila in tutto il Paese sul corretto svolgimento delle elezioni, ha
raccolto tutte le segnalazioni delle irregolarità e adotterà i necessari
provvedimenti.
Fortunatamente, hanno potuto votare anche i rifugiati nei campi di
accoglienza. La gente si è organizzata da sola, in tutti gli Stati, per
fare tutto con pace e ordine. Per poter votare, gli elettori sono stati
per ore sotto il sole ad aspettare il proprio turno, con una pazienza
infinita e la coscienza di fare una cosa importante. Qui la democrazia è
davvero una conquista e la sanno apprezzare e sostenere.
Purtroppo però nel Paese c’è tantissima corruzione nell'ambito
politico, e tutte le strutture pubbliche soffrono di questa "malattia". E
le conseguenze sono visibili a tutti: la strada è fatta di terra, è
piena di buche e in parte coperta di spazzatura. Ai lati della via ci
sono molte case, anche di persone benestanti, ma non c'è la carreggiata,
come non ci sono fogne né l'elettricità. Come vengono usati allora i
soldi pubblici?
Durante le elezioni, abbiamo vissuto in un strano stato di sospensione:
non funzionava Internet e non si poteva chiamare all'estero. Siamo
tagliati fuori. È stato un caso?
Attorno la vita continuava come sempre, con il mercato dove si vendono
le galline vive, che vengono ammazzate e pulite davanti agli acquirenti,
con la venditrice che non sa contare e non sa dire quanto costa la
frutta che compri. Continua anche per i tanti giovani che, appena finiti
gli studi, vorrebbero andar via. Io sono arrivata in Nigeria da due
settimane, grazie al Movimento dei Focolare di cui
faccio parte. Ho incontrato tante persone e i giovani, soprattutto, mi
hanno detto che per loro vivere in Nigeria è difficile, anche se noi
stessi e tante persone che conosciamo cerchiamo di aiutare gli altri,
raccogliendo abiti da donare a chi non li ha, aiutando i rifugiati.
Siamo davvero una famiglia grande…
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