giovedì 23 aprile 2015

Maria Voce all'ONU: Inventare la pace

Fonte: Servizio Informazione Focolari
22 aprile 2015
Inventare la pace
Maria Voce all’Assemblea Generale dell’ONU su Tolleranza e Riconciliazione per Sconfiggere la Violenza

È una «situazione di gravissima disgregazione politica, istituzionale, economica, sociale», quella che viviamo oggi nel pianeta, «che richiede risposte altrettanto radicali, capaci di cambiare il paradigma prevalente». Così esordisce Maria Voce all’Assemblea Generale dell’ONU, nel secondo giorno di dibattito ad Alto Livello in corso al Palazzo di Vetro di New York su “Promozione della tolleranza e della riconciliazione: favorendo società pacifiche, accoglienti e contrastando l’estremismo violento”. Un’iniziativa del Presidente Sam Kutesa, del Segretario Generale Ban Ki-moon e dell’Alto Rappresentante dell’Alleanza delle Civiltà Nassir Abdulaziz Al-Nasser.
Nella prima giornata sono stati ascoltati i rappresentanti degli Stati Membri, che hanno sottolineato in vario modo l’enorme risorsa che la dimensione religiosa è per l’umanità. Nel secondo giorno, e dopo l’apertura di Ban Ki-moon, prendono la parola 15 leaders religiosi di diverse tradizioni e aree del mondo. Tra questi Maria Voce.
«Nel Movimento dei Focolari, che ho l’onore di rappresentare, l’incontro tra culture e religioni… è una esperienza continua e feconda, che non si limita alla tolleranza o al semplice riconoscimento della diversità, che va oltre la pur fondamentale riconciliazione, e crea, per così dire, una nuova identità, più ampia, comune e condivisa. E’ un dialogo fattivo che coinvolge persone delle più varie convinzioni, anche non religiose, e spinge a guardare ai bisogni concreti, a rispondere assieme alle sfide più difficili».
Non è il tempo delle mezze misure, afferma Maria Voce, «se c’è un estremismo della violenza» ad esso bisogna rispondere «con altrettanta radicalità, ma in modo strutturalmente diverso, cioè con l’“estremismo del dialogo”!, che richiede il massimo di coinvolgimento, che è rischioso, esigente, sfidante, che punta a recidere le radici dell’incomprensione, della paura, del risentimento».
Si domanda se oggi non si possa puntare «non solo ad un’alleanza delle civiltà», ma alla «"civiltà dell'alleanza"» universale, dove «i popoli si considerino parte della grande vicenda, plurale e affascinante, del cammino dell'umanità verso l’unità», che «faccia del dialogo la strada per riconoscersi liberi, uguali, fratelli».
Pone un interrogativo a quanti siedono nell’emiciclo del Palazzo di Vetro: «Cosa vuol dire, oggi, essere l'organizzazione delle “Nazioni Unite”, se non un'istituzione che davvero si adopera per l'unità delle nazioni, nel rispetto delle loro ricchissime identità?». Maria Voce distingue tra sicurezza e pace per affermar che «i conflitti interni e internazionali, le profonde divisioni che registriamo su scala mondiale, assieme alle grandi ingiustizie locali e planetarie richiedono… una vera conversione nei fatti e nelle scelte della governance globale, che realizzi il motto coniato da Chiara Lubich, e lanciato in questo luogo nel 1997, “amare la patria altrui come la propria”».
Infine Maria Voce fa un invito: «Non cedere terreno a chi tenta di rappresentare molti dei conflitti in corso come “guerre di religione”. La guerra è, per definizione, l’irreligione». Si dovrebbe piuttosto parlare «concretamente, realisticamente e prosaicamente, di religione della guerra», come dimostrano le continue tragedie e le centinaia di morti in fuga dalla guerra e naufragati nel Mediterraneo. E cita uno scritto della Lubich dopo gli attentati dell’11 settembre e i successivi interventi militari in Afghanistan e Iraq: «la guerra non è mai santa, e non lo è mai stata. Dio non la vuole. Solo la pace è veramente santa, perché Dio stesso è la pace».
Nel pomeriggio il dibattito continua con una tavola rotonda interattiva, moderata da Laura Trevelyan, giornalista della BBC.
I risultati raccolti dal presente Dibattito ad Alto Livello saranno integrati nei contenuti dell’agenda per lo sviluppo post 2015, che gli Stati Membri delle Nazioni Unite e altri attori internazionali dovranno formulare, nella quale i temi della tolleranza e della riconciliazione assumeranno un ruolo cruciale.

Nessun commento:

Posta un commento