martedì 29 ottobre 2013

CHIARA LUCE: UNO SPLENDIDO DISEGNO

Chi è Chiara Luce?
Le sue ultime parole prima di morire, neanche 19enne, sono state: «Mamma sii felice, perché io lo sono. Ciao!». Da bambina è vissuta nel paese di Sassello, in provincia di Savona, città in cui era nata il 29 ottobre 1971. Ha incontrato il movimento dei Focolari a un raduno del 1980, all’età di 9 anni, e ha poi partecipato al «Familyfest» 1981 a Roma. È diventata una «gen 3», terza generazione del Movimento, occupandosi di bambini e anziani. Nel 1981 ha iniziato una corrispondenza con la fondatrice Chiara Lubich: sarà lei a soprannominarla «Chiara Luce».
Ma ecco, nel 1988, il dramma: la giovanissima Chiara ha avvertito forti dolori alla spalla mentre giocava a tennis: erano i primi segnali dell’osteosarcoma – tumore osseo - con metastasi. In altre parole, l’inizio del suo «calvario», fatto di – inutili - interventi alla spina dorsale, chemioterapia, spasmi, paralisi alle gambe, tutto reso ancora più doloroso dato che Chiara ha rifiutato la morfina per non perdere la lucidità.
Non poteva non rimanere lucida, Chiara, perché, nonostante la tremenda malattia, ha voluto continuare a seguire le attività dei Focolarini: ha donato tutti i suoi risparmi a un amico in partenza per una missione nel Benin, e ha incominciato a fare lavoretti artigianali da mettere in vendita per beneficenza. E poi si è sempre informata su tutto, senza mai perdere il suo abituale e coinvolgente sorriso. In poco tempo la sua stanza d’ospedale e la sua cameretta sono diventate via via luoghi di incontro, di apostolato; di speranza; e anche di «conversione»: stando vicini a Chiara, alcuni medici non praticanti si sono riavvicinati a Dio.
Tutto questo e un’immensità di altro bene ancora ha saputo trasmettere e fare Chiara «Luce», seguita e incoraggiata durante tutta la malattia dalla Lubich.  
Nell’agosto del 1990 Chiara Luce ha preparato nei minimi dettagli il suo funerale, considerandolo una sorta di festa di nozze, le sue «nozze con Gesù».
È morta la mattina del 7 ottobre 1990, nella «sua» Sassello, 22 giorni prima del 19esimo compleanno.
Vent’anni dopo, il 25 settembre 2010, sarà proclamata Beata.
Il postulatore monsignor Livio Maritano, Vescovo emerito di Acqui, la descriverà così: «Si sentiva in lei la presenza dello Spirito Santo che la rendeva capace di imprimere nelle persone che l’avvicinavano il suo modo di amare Dio e gli uomini. Ha regalato a tutti noi un’esperienza religiosa molto rara ed eccezionale».
«L’importante», ha detto Chiara «Luce», «è fare la volontà di Dio… è stare al suo gioco… Un altro mondo mi attende… Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si svela… Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto le gambe, ma mi ha dato le ali».
Domenico Agasso Jr.
Roma   

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