Chi è Chiara Luce?
Le sue ultime parole prima di
morire, neanche 19enne, sono state: «Mamma sii felice, perché io lo sono.
Ciao!». Da bambina è vissuta nel paese di Sassello, in provincia di Savona,
città in cui era nata il 29 ottobre 1971. Ha incontrato il movimento dei
Focolari a un raduno del 1980, all’età di 9 anni, e ha poi partecipato al
«Familyfest» 1981 a Roma. È diventata una «gen 3», terza generazione del Movimento,
occupandosi di bambini e anziani. Nel 1981 ha iniziato una corrispondenza con
la fondatrice Chiara Lubich: sarà lei a soprannominarla «Chiara Luce».
Ma ecco, nel 1988, il dramma:
la giovanissima Chiara ha avvertito forti dolori alla spalla mentre giocava a
tennis: erano i primi segnali dell’osteosarcoma – tumore osseo - con metastasi.
In altre parole, l’inizio del suo «calvario», fatto di – inutili - interventi
alla spina dorsale, chemioterapia, spasmi, paralisi alle gambe, tutto reso
ancora più doloroso dato che Chiara ha rifiutato la morfina per non perdere la
lucidità.
Non poteva non rimanere lucida,
Chiara, perché, nonostante la tremenda malattia, ha voluto continuare a seguire
le attività dei Focolarini: ha donato tutti i suoi risparmi a un amico in
partenza per una missione nel Benin, e ha incominciato a fare lavoretti
artigianali da mettere in vendita per beneficenza. E poi si è sempre informata
su tutto, senza mai perdere il suo abituale e coinvolgente sorriso. In poco
tempo la sua stanza d’ospedale e la sua cameretta sono diventate via via luoghi
di incontro, di apostolato; di speranza; e anche di «conversione»: stando
vicini a Chiara, alcuni medici non praticanti si sono riavvicinati a Dio.
Tutto questo e un’immensità di
altro bene ancora ha saputo trasmettere e fare Chiara «Luce», seguita e
incoraggiata durante tutta la malattia dalla Lubich.
Nell’agosto del 1990 Chiara
Luce ha preparato nei minimi dettagli il suo funerale, considerandolo una sorta
di festa di nozze, le sue «nozze con Gesù».
È morta la mattina del 7
ottobre 1990, nella «sua» Sassello, 22 giorni prima del 19esimo compleanno.
Vent’anni dopo, il 25 settembre
2010, sarà proclamata Beata.
Il postulatore monsignor Livio
Maritano, Vescovo emerito di Acqui, la descriverà così: «Si sentiva in lei la
presenza dello Spirito Santo che la rendeva capace di imprimere nelle persone
che l’avvicinavano il suo modo di amare Dio e gli uomini. Ha regalato a tutti
noi un’esperienza religiosa molto rara ed eccezionale».
«L’importante», ha detto Chiara
«Luce», «è fare la volontà di Dio… è stare al suo gioco… Un altro mondo mi
attende… Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si
svela… Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto le gambe, ma mi
ha dato le ali».
Domenico Agasso Jr.
Roma
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