Continua il ponte di solidarietà tra i bambini di una
scuola di Latina e i coetanei “karen” originari del Myanmar, che popolano i
campi profughi del nord della Thailandia.
Tutto è partito da una semplice merendina buttata nel
cestino e dalla sorpresa dei bambini nel sapere che ci sono persone che non
hanno nemmeno da mangiare: “Maestra, cosa sono i bambini poveri?”, domandano.
Così nell’ottobre del 2013 gli allievi della scuola dell’infanzia e della scuola
primaria dell’I.C. “G. Giuliano” di Latina riescono a raccogliere un carico da
inviare ai loro coetanei di un orfanotrofio di Mae Sot, nel nord della
Thailandia. Poi, nell’aprile del 2014, partono altri 30 scatoloni pieni di
giocattoli.
I costruttori di questo ponte di solidarietà sono sempre
loro: i bambini di Latina e quelli di Mae Sot. Qualcosa li ha ormai legati e
ormai non accenna ad allentarsi.
A metà maggio, alla presenza di 250 presenti, tra alunni,
la dirigente scolastica, gli insegnanti, i genitori, i nonni e gli amici, viene
presentato “Dal sogno al progetto”. Si sogna, infatti, la costruzione di una
scuola per i bambini, tra i più poveri del mondo, che si trovano a 10.000 km di
distanza. Si organizzano tante iniziative per raccogliere i fondi necessari per
iniziare i lavori: una rappresentazione, una lotteria, la vendita di dolci
fatti dalle mamme e dalle nonne dei bambini di Latina.
Alcuni negozianti della città, venuti a conoscenza del
progetto e sapendo che sono i bambini di Latina a portare avanti l’iniziativa a
favore dei loro coetanei meno fortunati, mettono a disposizione quanto
riescono: ‘buoni spesa’, una macchina del caffè, pacchetti omaggio per week end
al mare, abbonamenti per la stagione teatrale e quant’altro possa essere
utilizzato per una lotteria. “È scaturita tanta sensibilità da parte della
gente – raccontano –, oltre ogni possibile immaginazione. L’amore e la
solidarietà fioriscono in mezzo alla società e dove meno te l’aspetti!”.
Tanti si danno da fare per allestire la sala per
l’evento. “Stupiva – scrivono – vedere una piccola comunità nata dall’amore di
questi bambini che hanno lanciato l’invito a fare qualcosa per chi soffre
dall’altra parte del pianeta”.
Ma chi sono i bambini da aiutare? “Sono i karen (e non
solo) che scappano, ancora oggi – ci spiegano –, dal Myanmar in cerca di un
futuro migliore ed entrano in Thailandia, nella cittadina di confine ed anche
quelli che stanno sulle montagne limitrofe… sono davvero tanti! Ormai non è più
possibile entrare nei campi profughi ufficiali, che verranno presto
smantellati. Nella regione di Mae Sot ci sono almeno tre grossi campi: Mae La,
Umpiem e Nu Po. Arrivando dal Myanmar, l’unico posto in cui trovare rifugio
sono i campi di riso, oppure piccoli assembramenti di baracche abusive; tutto
senza nessuna protezione legale, senza nessun diritto umano o qualcuno che ti
protegga”.
Alla fine dell’evento, la vendita delle torte e
l’estrazione della lotteria per assegnare i tanti doni ricevuti riempie
l’atmosfera di una gioia palpabile. Una mamma confessa: “Mia figlia ha già
messo via lo zaino per spedirlo col prossimo carico a Mae Sot. Ed ogni tanto
aggiunge qualche matita o quaderno dentro lo zaino per i suoi fratellini
karen”. Un’altra è arrivata con i biscotti ben incartati e con l’etichetta
scritta in lingua thailandese: era andata su Internet per trovare la traduzione
esatta! Li ha venduti tutti e subito. E un genitore: “Questa esperienza di
solidarietà resterà per sempre nei loro cuori ed anche nei nostri”.
“I fondi raccolti hanno permesso di affittare un terreno
- concludono -. Si è costruita un’umile scuola e già 38 bambini di Mae Sot
cominceranno presto a frequentarla. Si chiama “Goccia dopo goccia”, perché la
scuola è come una piccola goccia d’acqua, ma goccia dopo goccia… nasce un fiume”.
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