martedì 19 agosto 2014

IRAQ: Accoglienza delle famiglie rifugiate

I nostri amici in Iraq ci scrivono:
"Dopo le elezioni avvenute quest’anno la situazione nel paese è peggiorata perché fino a pochi giorni fa non era stato formato un governo. I gruppi estremisti si sono approfittati di questa situazione e hanno cominciato la loro avanzata al Nord. Tante famiglie hanno dovuto scappare per rifuggiarsi in posti più sicuri. Tante delle nostre famiglie che abitano in posti sicuri, compreso il focolare, hanno accolte delle famiglie nelle loro case. Nel momento nel quale i mass media trasmettevano delle notizie tragiche sulla situazione, i nostri vivevano degli eventi che testimoniavano l’amore e misericordia tra tutti.
S. ha aperto la sua casa per accogliere delle famiglie ed era riuscita a raccogliere un po’ di soldi dai suoi colleghi di lavoro. Ha subito dato questi soldi ad una associazione che distribuisce queste provviste e viveri ad altre famiglie.
V.: un po’ prima del peggioramento della situazione V. pensava con un’altro giovane nella sua città di dare una nuova speranza di gioia agli abitanti della città. Vedeva che la gente non era contenta e tanti emmigravano. Perciò ha pensato di parlare con alcuni responsabili e provare a mettere nella città delle frasi che invitano gli altri ad avere speranza e gioia. Era forte il suo invito a tutti gli amici, in questi momenti difficili del paese nel quale tante notizie girano, di far attenzione al positivo e di metterlo in rilievo, invece di far girare notizie negative.
Un giorno era andato per aiutare una delle nostre famiglie che si era rifugiata nella sua città. Avevano bisogno di aqua. Uno dei vicini che non aveva tanto rapporto con V. stava per portare acqua per la sua propria famiglia ma al sapere che V. si interessava di persone che avevano più bisogno ha deciso di darli l’acqua che aveva.

Altri hanno chiesto a V. e sua famiglia di trovarli posto dove alloggiarsi. V. e famiglia non sapevano come fare perché non c’era più posto nel vilaggio a causa del grande numero di famiglie rifugiate. Si metteno a pregare e li viene in mente una casa chiusa che appartiene a loro parenti emmigrati all’estero. Li fanno una chiamata e questi sono d’accordo visto la situazione di emergenza."

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