Al via, questo lunedì primo settembre, l’Assemblea
generale del Movimento dei Focolari, Opera di Maria, che segue quella tenutasi
nel 2008 dopo la morte della fondatrice, Chiara Lubich. Al Centro Mariapoli di
Castelgandolfo, Roma, si sono dati appuntamento circa 500 delegati dei Focolari da tutto il mondo, con loro anche 49 invitati di cui 15 di chiese diverse da
quella cattolica. L’Assemblea generale sarà chiamata ad eleggere la
Presidente, il Copresidente e gli altri dirigenti del Movimento e a formulare gli
indirizzi di vita e di azione per i prossimi sei anni. A conclusione dei lavori
l’udienza in Vaticano con Papa Francesco. Sentiamo Franco Pizzorno, uno dei due
coordinatori della Commissione che ha preparato l’Assemblea:
R. – Nel settembre 2013, la presidente del Movimento dei
Focolari, Maria Voce, ha istituito questa Commissione composta da 20 persone di
tutte le espressioni geografiche e culturali, e questa Commissione ha cercato
soprattutto di raccogliere da tutte le espressioni del Movimento, in
particolare anche dai giovani, le proposte, istanze, suggerimenti riguardanti
le tematiche che sentivano più attinenti al momento di oggi dell’Opera. Questo
ha portato come risultato a circa tremila istanze giunte nel corso dell’anno.
D. – Da tutto quello che è arrivato alla Commissione, si
sono scelti poi alcuni temi: 12 sono quelli che, in particolare, verranno
dibattuti dall’Assemblea …
R. – Sì, abbiamo potuto individuare una dozzina di tematiche fondamentali, delle quali tre in
particolare sono risultate essere le più sentite e, direi, le più trasversali.
Cioè: l’importanza dell’apertura verso il mondo esterno, l’importanza di
mantenere ed approfondire l’unità dell’Opera e l’importanza della formazione. Possiamo
riassumere queste cose dicendo: andare
fuori, insieme, preparati. Su queste tre tematiche di fondo si innestano
altre 8-9 tematiche specifiche: il problema della famiglia oggi, il rapporto
con la Chiesa e le Chiese, l’apertura a tutte le altre religioni, eccetera.
D. – Anche solo dai titoli si avverte che il Movimento si
sente fortemente interpellato ad uscire, a guardare ancora di più al mondo, e
anche a un’immersione nell’attualità …
R. – Diciamo che è nel DNA del Movimento dei Focolari,
questa apertura verso il mondo. Infatti, il nostro obiettivo è l’ “Ut unum
sint” – Che tutti siano uno. Ma naturalmente, anche la lettura di ciò che
avviene nel mondo, con le sue contraddizioni, le sue piaghe, le sue difficoltà,
ci ha stimolato ancora di più ad aprire l’orizzonte dell’Opera in quella
direzione. In particolare, poi, la parola e l’esempio di Papa Francesco, questa
apertura verso le periferie… come
movimento cattolico vogliamo anche rispondere a questa indicazione della
Chiesa.
D. – Guardando sia alla fase di preparazione, sia
all’Assemblea stessa, spicca la ricchezza dello scambio tra culture, etnie,
nazionalità diverse. Come si riesce a mettere insieme un popolo così variegato
e a tener conto delle diverse esigenze?
R. – Certamente, la sfida non è semplice però, come anche
la piccola esperienza che abbiamo fatto come Commissione preparatoria, persone di differenti provenienze
geografiche, culturali e vocazionali, siamo riusciti a creare una grande unità
tra di noi e quindi a mediare anche, a cercare di raccogliere le diverse
istanze, così io sono fiducioso che all’interno dell’Opera, dove in fondo è
continuo questo esercizio di farsi uno tra di noi e di ascoltare fino in fondo
gli altri, questo sarà sicuramente lo strumento valido per arrivare a formulare
indirizzi concreti. Anche perché l’unità tra di noi, che vogliamo tenacemente
perseguire, porterà la luce dello Spirito Santo per discernere correttamente le
vie da percorrere.
D. – In un mondo in cui sembra di nuovo prevalere il
conflitto, il carisma del Movimento spicca attualissimo e forte …
R. – Certamente. Direi più che mai, laddove proprio le
ferite della società e dell’umanità sono così evidenti e drammatiche, per non
dire tragiche, proprio lì ci sentiamo di
essere chiamati come cristiani e come membri di questo Movimento a cercare di
portare in queste spaccature il contributo dell’unità, che poi è l’unica
vera possibile medicina e soluzione per tutti questi traumi. Il carisma di
Chiara Lubich è stato proprio questo: il carisma dell’unità di per sé chiama
ciascuno di noi a essere portatore di questa unità ovunque siamo, a cominciare
dal nostro quotidiano, a cominciare dalle istituzioni nelle quali viviamo, a
cominciare dalla Chiesa, a cominciare
anche dalle istituzioni internazionali.
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