mercoledì 29 luglio 2015

Lo chef benefattore che cucina per “chi è rimasto indietro”

“Vedere il sorriso di certi bambini mi commuove incredibilmente ogni volta con la stessa intensità.“ A dirlo, con gli occhi che brillano, un italiano andato a cercare fortuna in America parecchi anni fa: Bruno Serato. Lasciata la sua San Bonifacio nel Veronese, una grande passione per la cucina come bagaglio, ben presto riesce ad aprire un ristorante tutto suo ad Anaheim, vicino Los Angeles.

Tutto procede per il meglio ma la scoperta dei motel kids gli cambierà la vita. Si tratta di una sorta di non luoghi, alberghi nati per ospitare a buon prezzo i viaggiatori ma velocemente soppiantati da nuove e più efficienti strutture. Questi motel nel tempo sono diventati dormitori per famiglie con pochi mezzi, frequentati da prostitute e tossicodipendenti. E proprio qui, molti bambini con genitori assenti, senza lavoro, si trovano costretti a vivere in malridotti locali senza cucina e senza elettricità. Per loro, se e quando vanno a scuola, la possibilità di uno striminzito pasto al giorno arriva solo dalle mense scolastiche.

Nel 2005, ispirato dalla mamma Caterina che era andata a fargli visita in California, Bruno decide di aiutarli cominciando a offrire a questi ragazzi un buon pasto caldo al giorno. Senza aiuti, senza sovvenzioni, senza aspettare interventi esterni, Bruno si mette all’opera per arrivare a donare almeno settecento pasti ogni sera. E da quell’inizio, sono passati dieci anni, non si è più fermato. Felice di vedere tanti bambini non più costretti ad andare a dormire con la pancia vuota.

Ma per questo chef dal viso serafico e dal sorriso contagioso, non sempre i giorni sono stati facili. A un certo punto ha perfino dovuto chiudere, per problemi economici, il ristorante ma non ha mai interrotto il suo impegno per i bambini dei motel. Poi lo ha scoperto la tv. La CNN lo ha inserito nella top ten degli eroi dell’anno, quelli che con il loro impegno cambiano il mondo, portando il suo caso all’attenzione nazionale. Dopo i festeggiamenti è arrivata anche la solidarietà, in molti hanno deciso di sostenerlo. Un eroe dei nostri giorni? Lui si schermisce e dice di non sentirsi affatto un eroe.

“I veri eroi - racconta - sono questi bambini che ogni giorno lottano contro la fame e l’abbandono. Aiutarli mi arricchisce infinitamente. E questa davvero è la mia felicità.“

Fonte: BuoneNotizie.Corriere.it

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