domenica 20 marzo 2016

Armi, utopia e principio di realtà

Per ricordare Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, in Parlamento si è svolto un convegno su temi scottanti di attualità: l'incontro tra persone di culture e religioni diverse e il possibile dialogo tra cristiani e musulmani, le incongruenze esistenti in materia di armamenti, con il nostro Paese che è leader nelle esportazioni di armi, pur avendo una legislazione che non lo consente. Tre domande che attendono risposte

Il 16 marzo siamo stati nella sala dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati con oltre 200 giovani che hanno riflettuto interrogando il mondo politico sulle cause delle guerre. L’incontro, dal titolo “La fraternità universale in cammino: il disarmo possibile”, è stato promosso per ricordare Chiara Lubich e il suo lavoro per la pace.

Intervenendo al dibattito avviato dai giovani delle scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità, assieme ai Giovani per un mondo unito, alcuni parlamentari, pur apprezzando bonariamente le intenzioni e le finalità della giornata, hanno invitato a rifarsi al "principio di realtà", vincolante le scelte decisive in politica.

Crediamo che l’invito vada preso seriamente. A partire dalla realtà attuale, che vede sempre più persone coinvolte in sanguinosi conflitti nel mondo, facciamo nostre le domande che i giovani hanno sollevato:

1. Come mai micidiali bombe partono periodicamente dal nostro territorio (Sardegna) per essere esportate in Arabia Saudita (la cui aviazione il 15 marzo ha bombardato lo Yemen uccidendo oltre 60 civili) in violazione della legge 185/90? Attendiamo risposte.

2. Come mai Finmeccanica (controllata per il 30% dal ministero dell’Economia e finanza) sta cedendo progressivamente il settore civile per investire nel comparto delle armi seguendo “l'utopia” di una politica industriale degli armamenti che offre meno posti di lavoro di altri comparti tecnologici, promuove di fatto i conflitti armati diffusi a livello planetario e ha una scarsa ricaduta economica sul territorio? Perché non si destinano fondi pubblici alla riconversione dell'industria bellica come pure aveva previsto la legge 185/90? Attendiamo risposte.

3. Come mai l'Italia ospita sul suo territorio, nelle basi militari di Aviano e Ghedi, 70 bombe nucleari B61 quando può legittimamente chiedere agli Stati Uniti di riprendersi questi strumenti di morte come hanno fatto altre Nazioni che appartengono all’Alleanza atlantica? Attendiamo risposte.

Andrea Goller, Rosalba Poli - Fonte: CittàNuova.it

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